Coordinate: 40°28′30″N 9°22′54″E

Bitti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Bitti (disambigua).
Bitti
comune
(IT) Bitti
(SC) Bitzi
Bitti – Stemma
Bitti – Bandiera
Bitti – Veduta
Bitti – Veduta
Panoramica di Bitti dal rione Gurumuru
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sardegna
Provincia Nuoro
Amministrazione
SindacoGiuseppe Ciccolini (lista civica) dal 27-5-2007 (4º mandato dal 13-6-2022)
Territorio
Coordinate40°28′30″N 9°22′54″E
Altitudine549 m s.l.m.
Superficie215,37 km²
Abitanti2 522[1] (30-6-2024)
Densità11,71 ab./km²
FrazioniGorofai
Comuni confinantiAlà dei Sardi (SS), Buddusò (SS), Lodè, Lula, Nule (SS), Onanì, Orune, Osidda, Padru (SS)
Altre informazioni
Cod. postale08021
Prefisso0784
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT091009
Cod. catastaleA895
TargaNU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) bittesi
(SC) vitzichesos, bitzichesos
Patronosan Giorgio
Giorno festivo23 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bitti
Bitti
Bitti – Mappa
Bitti – Mappa
Posizione del comune di Bitti all'interno della provincia di Nuoro
Sito istituzionale

Bitti (Vitzi o Bitzi in sardo[3]) è un comune italiano di 2 522 abitanti[1] della provincia di Nuoro nella subregione storica della Barbagia.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Bitti dista 38 km da Nuoro, in una valle circondata dai colli di Sant'Elia, di monte Bannitu e di Buon Cammino. Il suo territorio comunale confina con la provincia di Sassari. L'abitato, disposto ad anfiteatro, si è sviluppato intorno a un nucleo storico al cui centro è la chiesa di San Giorgio, e conserva le tipiche costruzioni in pietra.

Origini del nome

[modifica | modifica wikitesto]

Il paese prende il nome dal sardo sa bitta (cerbiatta). Secondo una leggenda, infatti, una cerbiatta venne uccisa da un cacciatore mentre si abbeverava in una fonte, l'attuale fontana de Su Cantaru all'interno del paese. Il fatto viene richiamato anche da una poesia popolare di autore ignoto:

(SC)

«In sa untàna nostra
b 'ana mortu una cherva
pro cussu bi nan Bithi
In sa untàna nostra
si su coro permìttimi
Tòrrami una risposta.
»

(IT)

«Nella fontana nostra
hanno ucciso una cerva
per questo ci chiamano Bitti
Nella fontana nostra
se il cuore permette
rimandami una risposta.»

Secondo alcuni le origini del nome deriverebbero dal termine latino victi ("vinti").

Un ballu tunnu a tres pitzas degli inizi del '900 nel piazzale del santuario della Madonna del Miracolo

Le origini del paese risalgono alla preistoria. Il primo nucleo urbano si costituisce però solo in epoca romana.

Viene citato nel 1170 circa con il nome di Bitthe. Durante il Medioevo Bitti fu capoluogo della curatoria della Barbagia di Bitti appartenente al giudicato di Gallura e poi, con la caduta del giudicato (1410) entrò a far parte del giudicato di Arborea. Alla sconfitta del giudicato ad opera degli aragonesi passò al marchesato di Oristano fino al (1478), quando, sconfitto il marchesato, entrò definitivamente a far parte dei domini aragonesi. Dal 1577 al 1588 ebbe come pievano il sassarese Antonio Canopolo, uno dei più illustri presuli sardi a cavallo tra '500 e '600 (che da arcivescovo garantì in perpetuo ai giovani di Bitti un posto di studio gratuito nel Seminario da lui fondato a Sassari)[4]. Nel 1617 fu incorporato nel marchesato di Orani, feudo prima dei De Silva e poi dei Fadriguez Fernandez, cui rimase fino all'abolizione dei feudi (1839) per divenire un comune autonomo amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale. Seguì poi le vicende sarde.

Il territorio comunale è stato ampliato nel 1874 quando gli è stato accorpato il vicino comune di Gorofai.[5] Situata su un colle a nord-est del paese, la frazione è ormai unita al tessuto urbano di Bitti.

«Stemma d'azzurro, al torrione quadrangolare, a guisa di piramide tronca, visto di spigolo, volto verso il fianco destro, d'oro murato e chiuso di nero, fondato sulla pianura di verde, sormontato dalla lettera maiuscola B, d'oro, e accompagnato da due stelle di otto raggi, dello stesso, poste nei cantoni del capo. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]
  • Santu Jorgi - San Giorgio Martire (chiesa parrocchiale)
  • Sa Pietate - Madonna della Pietà
  • Sas Grassas - Madonna delle Grazie
  • Santu Michelli - San Michele Arcangelo
  • Cumbentu (Santa Ruche) - Chiesa di Santa Croce
  • Sant'Elia (profeta)
  • Bonaera (e Santa Tzigliana) - Chiesa della Madonna di Bonaria e Santa Giuliana (vergine e martire)
  • Bonu Caminu - Madonna del Buon Cammino
  • Santu Juanne 'e S'Ena - San Giovanni Battista
  • Santu Matzeu - San Matteo (apostolo)
  • S'Annossata - Santuario della SS. Madonna dell'Annunziata
  • Santa Maria 'e Dure - Santa Maria
  • Babbu Mannu - SS. Trinità
  • Sant'Istevene 'e Dure - Santo Stefano (martire)
  • Santa Luchia 'e Dure - Santa Lucia (vergine e martire)
  • Santu Jorgeddu 'e Dure - San Giorgio di Suelli (vescovo)
  • Sant'Antoni - Sant'Antonio da Padova
  • Sa Defessa - Madonna della Difesa
  • Su Meraculu - Santuario di Nostra Signora del Miracolo
  • Su Sarvatore - SS.mo Salvatore (Chiesa parrocchiale Gorofai)
  • Sa 'e Velitza - SS.mo Salvatore (Chiesa del cimitero)

Siti archeologici

[modifica | modifica wikitesto]

Complesso nuragico di Romanzesu

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Complesso nuragico di Romanzesu.
Area archeologica di Romanzesu

Il complesso di Romanzesu si trova in località "Pudd' Arvu" immerso in una foresta di sughere a 13 chilometri da Bitti.

Le prime notizie risalgono al 1919, quando l'archeologo Antonio Taramelli, durante dei lavori di ricerca dell'acqua, scoprì il pozzo sacro.

Si tratta di un villaggio nuragico esteso per oltre sette ettari risalente all'età del bronzo, vicino alla sorgente del fiume Tirso, e che comprende il pozzo sacro, un centinaio di capanne, due templi a mégaron, un tempio rettangolare o Heroon, un anfiteatro ellittico a gradoni, e una grande struttura labirintica.

Il toponimo Romanzesu deriva dalla presenza di testimonianze di epoca romana risalenti al II - III secolo d.C.

Luoghi di interesse naturalistico

[modifica | modifica wikitesto]

Nel comune di Bitti ricade una gran parte del territorio del Parco naturale regionale di Tepilora, Sant'Anna e Rio Posada che ospita il colle di Tepilora, la foresta demaniale di Crastazza, parte della foresta demaniale di Sos Littos-Sas Tumbas e le cascate di S'Illiorai e di Sas Iapias.

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Lingue e dialetti

[modifica | modifica wikitesto]

La variante del sardo parlata a Bitti è quella nuorese.

I Tenores Mialinu Pira
  • Museo della civiltà pastorale e contadina.
  • Museo multimediale del canto a tenore.

In campo musicale, Bitti è celebre per i suoi gruppi a tenore: "Tenores di Bitti Remunnu 'e Locu" e "Tenore di Bitti Mialinu Pira".

Oltre al formaggio pecorino, a Bitti si produce la salsiccia, il pane carasatu e alcuni dolci tipici.

  • falò di sant'Antonio (16 gennaio)
  • festa patronale di san Giorgio (23 aprile)
  • "S'iscravamentu" (venerdì santo)
  • "S'incontru" (Pasqua)
  • festa della Madonna dell'Annunziata (terza domenica di maggio)
  • festa santissimo Salvatore - (parrocchia Gorofai)- 6 agosto
  • Su Nenneddu (giornalmente tra Natale e l'epifania)
  • Autunno in Barbagia (Cortes apertas), primo fine settimana di settembre
  • Festa della Madonna del Miracolo (30 settembre)
  • Cortes de Natale
  • "Arina Capute" e "Sas bullustrinas" (31 dicembre)

Geografia antropica

[modifica | modifica wikitesto]

Rioni bittesi - Sos ichinatos

[modifica | modifica wikitesto]
Il costume tradizionale
  • Gurumuru
  • Monte Mannu
  • Putajola
  • S'anzelu
  • Zorra
  • Cadone
  • Garga Umosa
  • Ispagnoria
  • Pinna 'e Todde
  • Lampione
  • Mulinu
  • Sas Grassas
  • Goreai
  • Via 'e josso
  • Cumbentu
  • Maccarronare
  • Buntanedda
  • Su Cantaru
  • Sa Matta
  • Untana 'e josso
  • Sa pira lata
  • Sa matta de josso
  • Carrera longa
  • Sa centrale
  • Jumpatu
  • Lopiu
  • Pista ghiaia
  • Sa Pietate
  • Santu Michelli
  • Piliesse
  • Sa pinnedda
  • Buseli
  • Pretas Arvas
  • Ispruile
  • Sa Cutina
  • Sa Unnanna
  • Bughinai
  • Punteddone
  • Roseddu
  • Untana e Chiseddu
  • Muru e Cumbentu
  • Porchiles
  • Su Muscreddu
  • Sa costa
  • Conca 'erru

L'attività prevalente è l'allevamento ovino: nel paese operano infatti circa 150 aziende zootecniche.

Abbondante è anche la produzione lattiero-casearia, in particolare del formaggio pecorino, e del pane carasatu, che viene venduto non solo in Sardegna, ma anche nella Penisola e all'estero.

Importante è anche la produzione artigianale di tappeti tessuti con il caratteristico telaio verticale, di ceramiche artistiche e la lavorazione del ferro e del legno.

Vista del paese

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
12 giugno 1994 24 maggio 1998 Antonio Saverio Carzedda PDS Sindaco [7]
24 maggio 1998 26 maggio 2002 Giorgio Burrai liste civiche di centro-sinistra Sindaco [8]
26 maggio 2002 27 maggio 2007 Marino Satta centro Sindaco [9]
27 maggio 2007 10 giugno 2012 Giuseppe Ciccolini lista civica Sindaco [10]
10 giugno 2012 11 giugno 2017 Giuseppe Ciccolini lista civica "Ajò Bitzi" Sindaco [11]
11 giugno 2017 13 giugno 2022 Giuseppe Ciccolini lista civica "Bitzi in Caminu" Sindaco [12]
13 giugno 2022 in carica Giuseppe Ciccolini lista civica "Bitzi in Caminu" Sindaco [13]

La squadra di calcio della città è la Polisportiva Bittese 1949 che gioca nel girone B sardo di Promozione. Nella sua storia ha vinto anche una Coppa Italia di Eccellenza. È nata nel 1949. I colori sociali sono il granata ed il bianco.

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2024 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Toponimo in lingua sarda ai sensi dell'art.3 della Legge 482/1999 con Delibere del Consiglio Provinciale di Nuoro n. 58 del 15.06.2001 e n. 158 del 16.12.2003.
  4. ^ Marcello Derudas, Il Convitto Nazionale Canopoleno di Sassari. Una finestra aperta su quattrocento anni di storia, Sassari, Carlo Delfino, 2018, ISBN 978-88-9361-071-1.
  5. ^ Francesco Floris (a cura di), La grande enciclopedia della Sardegna, vol. IV, p. 612.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Comunali 12/06/1994, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  8. ^ Comunali 24/05/1998, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  9. ^ Comunali 26/05/2002, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  10. ^ Comunali 27/05/2007, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 10/06/2012, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  12. ^ Comunali 11/06/2017, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  13. ^ Comunali 12/06/2022 [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 21 giugno 2022.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN157302386 · LCCN (ENn2003019817 · GND (DE4748174-2 · J9U (ENHE987007499041205171
  Portale Sardegna: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sardegna