Falluja
Falluja città | |
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الفلوجة | |
Localizzazione | |
Stato | Iraq |
Governatorato | al-Anbar |
Distretto | al-Fallujah |
Territorio | |
Coordinate | 33°21′N 43°47′E |
Altitudine | 43 m s.l.m. |
Abitanti | 425 774 (2003) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 31002 |
Fuso orario | UTC+3 |
Cartografia | |
Falluja (in arabo الفلوجة?, al-Fallūja; talvolta scritta come Fallujah o Fallugia) è una città del governatorato di al-Anbar in Iraq, situata sull'Eufrate, circa 69 km ad ovest di Baghdad.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Falluja ai tempi di Babilonia ospitò un'importante accademia ebraica per vari secoli. Crebbe da piccola città nel 1947 a una popolazione di 425 774[1] abitanti nel 2003, prima dell'inizio della guerra. In Iraq è conosciuta come la "città delle moschee" per le oltre 200 moschee nella città e nei villaggi circostanti. È uno dei luoghi più importanti per l'Islam sunnita nella regione.
Nel 2003 è stata coinvolta nella seconda guerra del Golfo. Considerata dal comando angloamericano una irriducibile roccaforte degli insorti sunniti e degli elementi della resistenza irachena, fu teatro di alcuni dei più aspri e violenti combattimenti urbani del conflitto, con un numero elevatissimo di vittime civili. Nel 2004 l'uccisione e lo scempio dei cadaveri di 4 operatori di sicurezza dell'agenzia militare privata Blackwater in un'imboscata a Falluja spinse le forze militari statunitensi ad avviare un'ampia operazione per riprendere il controllo militare sulla città (prima battaglia di Falluja).
La guerra ha danneggiato circa il 60% degli edifici di cui il 20% totalmente distrutti, incluse 60 moschee della città provocando un elevato numero di vittime. La popolazione attuale è sconosciuta, ma si stima che nel 2006 gli abitanti fossero 250 000-300 000.[2] L'utilizzo di ordigni al fosforo bianco e all'uranio impoverito su Falluja durante la seconda guerra del Golfo è stato al centro di polemiche, scaturite nel novembre 2005 da un servizio giornalistico di Rainews24.[3][4]
Il 5 gennaio 2014, dopo 6 giorni di scontri e più di 60 morti, la città viene conquistata dai miliziani dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ex affiliato di Al-Qaeda), che issano le bandiere nere, simbolo del gruppo terroristico, nel centro della città.
Il 23 marzo 2016 inizia un'operazione da parte dell'esercito iracheno per liberare i villaggi attorno a Falluja. Il 30 marzo, con la copertura aerea dell'esercito statunitense, le forze irachene entrano in città. Il 27 giugno viene considerata dall'esercito iracheno ufficialmente liberata.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Al-Anbar Province - Town Population table, su iraqcoalition.org, www.archive.org, 15 dicembre 2006. URL consultato il 22 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2006).
- ^ (EN) Fallujah Once Again Beset by Violence, su globalpolicy.org, McClatchy Washington Bureau, 26 novembre 2006. URL consultato il 22 dicembre 2009.
- ^ Iraq, la strage nascosta, su rainews24.rai.it, Rai News 24. URL consultato il 28 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2006).
- ^ Usa spararono armi chimiche su Falluja, in Corriere della sera.it. URL consultato il 28 dicembre 2007.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Falluja
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Falluja, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 153808207 · LCCN (EN) n2003122051 · BNF (FR) cb155840606 (data) · J9U (EN, HE) 987007484865405171 |
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