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Indipendentismo hongkonghese

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Bandiera utilizzata durante le proteste a Hong Kong del 2019-2020

L'indipendentismo hongkonghese è il movimento politico che sostiene l'idea secondo cui il territorio di Hong Kong debba diventare uno Stato indipendente dalla Repubblica Popolare Cinese. Questo movimento è emerso principalmente a seguito delle preoccupazioni riguardo una crescente ingerenza del governo centrale di Pechino negli affari locali e sulla diminuzione delle libertà civili e dei diritti umani nell'intera regione. Il movimento è in voga soprattutto presso la popolazione giovanile, mentre gli abitanti più anziani prediligono il cosiddetto "Una Cina, due sistemi", modello teorizzato sul finire degli anni '70 da Deng Xiaoping per favorire il reintegro di Hong Kong in territorio cinese.[1]


Periodo coloniale britannico

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Nel 1842 dopo la Prima guerra dell'oppio, Hong Kong fu ceduta al Regno Unito mediante il Trattato di Nanchino. La colonia si espanse nel corso degli anni, integrando nuovi territori per un periodo di circa un secolo. Durante il periodo coloniale, Hong Kong britannico si sviluppò come un importante centro commerciale e finanziario. Nonostante la dominazione il territorio divenne un luogo multiculturale con una forte comunità cinese, che rappresentava la maggioranza della popolazione. Negli anni '60 e '70, Hong Kong iniziò a sviluppare un’identità e una coscienza sociale distinte. I movimenti di protesta furono influenzati dagli eventi cinesi, come la Rivoluzione Culturale.[2]

Integrazione nella Repubblica Popolare Cinese

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Ultimo giorno della Rivoluzione degli ombrelli di Hong Kong

Con la Dichiarazione congiunta sino-britannica (1984) il governo di Londra e la RPC negoziarono il futuro di Hong Kong. L'accordo stabilì che Hong Kong sarebbe stata restituita alla Cina nel 1997, mantenendo un alto grado di autonomia sotto il principio "un paese, due sistemi". Con l’avvicinarsi della data di trasferimento, ci furono preoccupazioni sulla tutela dei diritti civili, delle libertà e sull'identità culturale di Hong Kong. La diffusione di un'identità locale e la paura della fusione politica con la Cina continentale cominciarono a radicarsi. Dopo il ritorno alla Cina, la popolazione di Hong Kong si adattò inizialmente alla nuova situazione. La città mantenne la sua struttura economica e un certo grado di libertà di espressione. Tuttavia nel periodo compreso tra il 2003 e il 2014, si assistette a un aumento del malcontento nei confronti della crescente influenza cinese. Eventi come il tentativo del governo di imporre una legge sulla sicurezza nazionale e le manifestazioni di massa del 2014, note come la Rivoluzione degli ombrelli, rappresentarono un precipitare delle tensioni. Queste proteste chiedevano riforme democratiche e una maggiore autonomia locale. Emergono gruppi politici come il Demosistō e personalità come Joshua Wong, che diventano simboli di un movimento giovanile sempre più orientato verso l'indipendenza dalla Cina. Nel 2019 un progetto di legge che facilitava l'estradizione verso il resto del paese generò proteste di massa. Le manifestazioni hanno trascinato la questione dell'autonomia e dei diritti a un livello più alto, culminando in richieste di autodeterminazione e indipendenza. La durezza della risposta del governo e la crescente repressione hanno segnalato un cambio radicale nella situazione a Hong Kong. Nel 2020, in concomitanza con il dilagare della pandemia di COVID-19 in Cina, il governo della Repubblica Popolare ha imposto la Legge sulla sicurezza nazionale, limitando drasticamente le libertà civili e soffocando ogni forma di ribellione nei confronti del regime di Xi Jinping.[3]

Le motivazioni degli indipendentisti hongkonghesi sono molteplici e possono essere riassunte in diverse categorie principali:[4]

  • Identità culturale: Molti hongkonghesi si sentono culturalmente distinti dalla Cina continentale. La storia coloniale, il sistema legale e l’influenza della civiltà occidentale hanno contribuito a una forte identità locale, con gli indipendentisti che vogliono preservare questa differenza culturale.
  • Libertà politiche e diritti umani: Gli attivisti per l'indipendenza spesso esprimono preoccupazioni riguardo alla riduzione delle libertà civili e alla repressione politica a Hong Kong. Temono che l'influenza di Pechino possa portare a un'erosione dei diritti fondamentali garantiti nel quadro della "formula una Cina, due sistemi".
  • Autonomia: Dopo le proteste del 2014 e quelle del 2019, molti hongkonghesi hanno messo in discussione la promessa di alta autonomia da parte della Cina. Gli indipendentisti cercano una maggiore autogoverno e autonomia rispetto al controllo centralizzato di Pechino.
  • Economia: Alcuni sostenitori dell'indipendenza vedono un futuro economico migliore per Hong Kong separato dalla Cina, con l'idea che un maggior controllo locale possa portare a politiche più favorevoli allo sviluppo economico e al benessere della popolazione.
  • Reazioni alle politiche cinesi: Le politiche del governo centrale, come la legge sulla sicurezza nazionale del 2020 e le restrizioni sui diritti e le libertà, hanno spinto numerosi cittadini a sostenere l'indipendentismo, in risposta alla crescente repressione.
  • Giovani e attivismo: Le nuove generazioni di hongkonghesi, cresciute in un ambiente di maggiore consapevolezza politica, sono spesso più propense ad abbracciare idee radicali, incluso l'indipendentismo, vedendo in esso una forma di protesta contro l'autoritarismo e una strada per il cambiamento sociale.

Il governo cinese si oppone fermamente all'indipendentismo di Hong Kong per diverse ragioni. Innanzitutto la Cina considera Hong Kong parte integrante del suo territorio e qualsiasi impulso verso l'indipendenza viene visto come una minaccia all'unità nazionale, oltretutto teme che l'indipendentismo possa portare a instabilità e disordini non solo a Hong Kong ma anche in altre regioni del paese, creando precedenti per altre richieste di autonomia o indipendenza. Inoltre dal lato economico Hong Kong è un importante centro finanziario e commerciale e l'indipendenza potrebbe danneggiare la fiducia degli investitori sia a livello locale che nazionale. Il governo cinese è in aggiunta preoccupato che l'indipendentismo possa essere sostenuto o influenzato da potenze straniere, le quali potrebbero cercare di sfruttare la situazione per minare la sovranità cinese. Pechino cerca di promuovere un'unità e un'identità nazionale forte e il movimento indipendentista rappresenta una sfida a questa narrazione politica unitaria.[5]

  1. ^ RPC e Hong Kong, su ilsole24ore.com.
  2. ^ Dominio britannico, su thewatcherpost.it.
  3. ^ Dal 1997 a oggi, su it.euronews.com.
  4. ^ Ragioni degli indipendentisti, su ilbolive.unipd.it.
  5. ^ Opposizione del governo cinese, su aspeniaonline.it.
  • Decker, A. (2020). Hong Kong's Protests: A Fight for Freedom. New York: Freedom Press.
  • Lee, C. (2019). Understanding the Hong Kong Nationalist Movement. Hong Kong: University Press.
  • Wong, J. (2018). The Future of Hong Kong: Between Independence and Unification. London: Global Publishers.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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