Stefano Satta Flores

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Stefano Satta Flores

Stefano Satta Flores (Napoli, 14 gennaio 1937Roma, 22 ottobre 1985) è stato un attore, doppiatore e drammaturgo italiano.

Oltre ai suoi successi cinematografici (La ragazza con la pistola, 1968; C'eravamo tanto amati, 1974; Il prefetto di ferro, 1977) Stefano Satta Flores è stato attivo anche in teatro e in televisione, per la quale tra gli altri ha interpretato nel 1966 lo sceneggiato Luisa Sanfelice.

Iscrittosi a Napoli alla facoltà di giurisprudenza, abbandonò l'università per frequentare il Centro sperimentale di cinematografia di Roma, dove si diplomò in recitazione nel 1962 comparendo in un documentario di Marco Bellocchio, suo compagno di corso.[1] Iniziò a recitare in spettacoli amatoriali e, ottenuto un contratto al Piccolo Teatro di Milano, tra il 1966 e il 1968 interpretò testi di Armand Gatti (Vita immaginaria dello spazzino Augusto G.), Giancarlo Sbragia (Il fattaccio di giugno) e Shakespeare (Enrico V). Lasciato il Piccolo Teatro, entrò a far parte della cooperativa teatrale I compagni di scena con Cristiano Censi e Isabella Del Bianco; il gruppo, impegnato politicamente, svolgeva un lavoro di ricerca e seguiva la politica del decentramento, allestendo spettacoli in spazi diversi da quelli tradizionali al fine di intercettare un pubblico nuovo[2].

L'attività teatrale si alternava a quella televisiva e cinematografica; in quest'ultima Satta Flores ebbe occasione di dare ottime prove di sé con grandi registi come Lina Wertmüller (I basilischi, suo lungometraggio d'esordio), Dario Argento (4 mosche di velluto grigio), Ettore Scola (C'eravamo tanto amati, La terrazza) e Pasquale Squitieri (Il prefetto di ferro, Corleone e L'arma). Impersonò inoltre il librettista Lorenzo Da Ponte in una serie televisiva in lingua francese sulla vita di Mozart.[3] Nel 1979 Satta Flores tornò a tempo pieno al mondo del teatro, questa volta come drammaturgo: scrisse alcune commedie di costume, spesso a sfondo autobiografico o generazionale. Tra i titoli: Dai... proviamo!, 1980, regia di Ugo Gregoretti; Grandiosa svendita di fine stagione, Premio Flaiano 1981; Una donna normale, 1983; Pomeriggio di festa, 1983; Per il resto tutto bene, 1984.[4]

Satta Flores morì a Roma all'età di 48 anni, a causa di una grave forma di leucemia.[2] Lasciò due figlie: Francesca, attrice, regista, drammaturga e sceneggiatrice, avuta dalla moglie, e Margherita, doppiatrice, avuta dall'attrice e doppiatrice Teresa Ricci.

Satta Flores (a sinistra) con Nino Manfredi in C'eravamo tanto amati (1974)
Con Claudia Cardinale in L'arma (1978)

Prosa televisiva Rai

[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]

Gli sono state intitolate una strada nel comune di Roma, in zona Porta di Roma, e un'altra nel comune di Fonte Nuova (RM) in frazione Tor Lupara.

  1. ^ Andrea Di Mario, SATTA FLORES, Stefano, su Treccani Enciclopedia del cinema, 2004. URL consultato il 7 settembre 2022.
  2. ^ a b STEFANO SATTA FLORES È MORTO MARTEDI' A ROMA, su ricerca.repubblica.it.
  3. ^ Mozart (TV Mini-Series 1982) - IMDb
  4. ^ Giovanni Antonucci, "Storia del teatro italiano del Novecento", Edizioni Studium, 1996.
  5. ^ a b Nelle scene aggiunte o ridoppiate per l'Edizione Speciale della Trilogia, la voce è di Angelo Maggi.
  6. ^ Albo d'oro dei premiati, su premiflaiano.com. URL consultato il 18 maggio 2022.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN87505402 · ISNI (EN0000 0000 6088 9068 · SBN RAVV090423 · GND (DE1146922035 · BNE (ESXX1730727 (data) · BNF (FRcb14224551q (data)