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Cinema (luogo)

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Una sala cinematografica nel 1953

Citazioni sul cinema e la sala cinematografica.

  • I cinematografi colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro boys rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffé, s'insediano dove erano già le halls di un réstaurant o le sale di un bigliardo, si associano ai bars, illuminano a un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie e minacciano, a poco a poco, di spodestare i teatri, come le tranvie hanno spodestato le vetture pubbliche, come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè. (Giovanni Papini)
  • Il cinematografo, dimostrando alle donne che si può rimanere al buio, a pochi centimetri da uomini non consanguinei, senza per questo dover svenire di paura, constribuisce all'educazione morale in provincia, irrobustisce la coscienza dei propri doveri, tempra i caratteri. [...] Il cinematografo può essere considerato una conquista del femminismo. (Emilio Scaglione)
  • Mi auguro che la sala continui a esistere in parallelo allo streaming perché la trovo un'esperienza più rispettosa del film, che ti permette di cogliere ogni dettaglio. Vivrei la morte della sala come una vera morte. (Maura Delpero)
  • Svolgendosi infatti ogni rappresentazione al buio, ogni spettatore è padrone di provare autenticamente le proprie emozioni e sinceramente manifestarle con rossori, contrazioni, pallori, lacrimuccie, interiezioni e magari... pizzicotti anonimi alle vicine di sedia. Il saper che nessun vi guarda perché non vi vede, lascia una sensazione dolcissima di solitudine – lo che fa quasi illudere che il divertimento sia tutto per sé. Sarà, questo, egoismo, ma anche l'egoismo vuoi la sua parte.[1]
  • Ti permette di assaporare ogni dettaglio. Oddio, è vero che oggi a casa abbiamo tutti schermi super fighi, ma la sala cinematografica è un'altra cosa. (Aurora Giovinazzo)

Note

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  1. Da Tullio Panteo, Il cinematografo, La Scena Illustrata, 19, 1° ottobre 1908; citato in La filosofia del cinematografo, La Stampa, 18 maggio 1907; citato in Francesco Casetti, Silvio Alovisio, L'esperienza del pubblico cinematografico in (a cura di) Silvio Alovisio, Giulia Carluccio, Introduzione al cinema muto italiano, UTET, Torino, 2014, p. 288. ISBN 9788860083524

Voci correlate

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