Giocondo Fino

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Giocondo Fino

Giocondo Fino (Torino, 3 maggio 1867Torino, 19 aprile 1950) è stato un compositore italiano.

Apprese dalla madre le prime nozioni di musica[1], poi studiò al Liceo Musicale di Torino con Giovanni Bolzoni. Per volontà della famiglia, seguì anche studi religiosi e nel 1889 divenne sacerdote.[1] Affiancò all'attività di compositore quella di musicologo, pubblicando numerosi studi su compositori del passato, tra cui Giacomo Gotifredo Ferrari, Franz Schubert, Giovanni Battista Somis.

L'opera narra la lotta tra un gruppo di mietitori del Lazio e il loro avido padrone, a cui si intreccia la vicenda dell'amore di uno di loro per la moglie del padrone stesso. Fu attesa con grandissima curiosità dal pubblico torinese[2]; venne accolta con un ottimo successo[3][4] e passò poi in numerosi altri teatri.[1]
  • Parej del 59, commedia vaudeville in 4 quadri su libretto di Augusto Berta (Torino, Teatro Michelotti, 16 luglio 1915)
  • Debora, opera in tre atti su libretto di Saverio Fino, non rappresentata (circa 1916)
  • Christus, poema sinfonico (circa 1916). Ispirato a un film di Fausto Salvatori
  • Campane a gloria, opera in un atto su libretto di Saverio Fino (Torino, Politeama Chiarella, 20 novembre 1916)
  • La preus e 'l capot, su libretto di A. Ferrero (Torino, Teatro Scribe, gennaio 1917). Tratto da I paisan e la leva di Luigi Pietracqua
  • Via Crucis D. N. Iesu Christi, oratorio (Torino, Teatro Vittorio Emanuele, 25 maggio 1929). Revisione nel 1931
  • Don Giuseppe, commedia musicale su libretto di V. Marzano (Torino, Teatro Rossini, 8 dicembre 1933)
  1. ^ a b c La morte di Giocondo Fino, in La Stampa, 20 aprile 1950, p. 2. URL consultato il 12 dicembre 2013.
  2. ^ "La Festa del grano" di Fausto Salvadori e di Giocondo Fino, in La Stampa, 8 febbraio 1910, p. 3. URL consultato il 12 dicembre 2013.
  3. ^ "La Festa del grano", in La Stampa, 13 febbraio 1910, p. 5. URL consultato il 12 dicembre 2013.
  4. ^ La seconda rappresentazione di "La festa dei grano", in La Stampa, 14 febbraio 1910, p. 4. URL consultato il 12 dicembre 2013.

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