Francesco Maria Pratilli
Francesco Maria Pratilli (Santa Maria Capua Vetere, 10 ottobre 1689[1] – Napoli, 30 novembre 1763[1]) è stato un prete, archeologo e antiquario italiano, membro dell'Accademia Ercolanese, noto per il suo lavoro di realizzazione di falsi documentali e fonti primarie apocrife.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Laureato in scienze sacre e profane all'Università di Napoli, fu canonico della cattedrale di Capua[2] e seppe abilmente condurre in porto le missioni che il cardinale Niccolò Caracciolo (1703-1728), arcivescovo di quella città, gli affidò presso i viceré e i nunzi apostolici a Napoli nonché presso il cardinale Vincenzo Maria Orsini a Benevento anche quando quest'ultimo fu eletto pontefice (Benedetto XIII, 1724-1730). Morto il cardinal Caracciolo, suo mentore, Pratilli rinunciò al canonicato di Capua e si stabilì a Napoli, dove visse dedicandosi interamente agli studi di storia e archeologia, con i quali si conquistò una solida fama di studioso. La sua opera in campo archeologico si concentrò soprattutto sullo studio delle vie romane e della numismatica; mentre in campo più schiettamente storico si occupò sia della città di Capua, sia di redigere una biografia di Tommaso d'Aquino e della sua famiglia. In riconoscimento delle sue qualità, Carlo III di Borbone lo nominò socio dell'Accademia Ercolanense, dove ebbe come colleghi alcuni dei più eminenti filologi del tempo.
Critiche postume
[modifica | modifica wikitesto]Sebbene i suoi contemporanei e diverse fonti postume gli abbiano riconosciuto meriti e celebrità per le sue attività erudite[3], studi successivi hanno dimostrato come alcune delle fonti da lui riportate fossero in realtà dei falsi.
Tra le accuse di cui è stato oggetto, di rilievo è quella di avere pubblicato false fonti epigrafiche e fonti primarie medievali completamente apocrife, sapientemente mescolate a quelle autentiche. Pratilli è stato del pari accusato di aver plagiato i cronisti medievali o di aver inventato di sana pianta degli avvenimenti, sostenendo di averli appresi da fonti che sarebbero andate disperse dopo che lui ne aveva preso visione.
Chronicon Cavense
[modifica | modifica wikitesto]Un esempio di documento apocrifo è il cosiddetto Chronicon Cavense o Annalista Salernitanus (da non confondere con gli autentici Annales Cavenses[4]). Pratilli lo aggiunse al IV volume della nuova edizione che egli volle dare a Historia principum Langobardorum (Napoli, 1643), mescolandolo nella raccolta di cronache genuine dell'Italia meridionale realizzata nel Seicento da Camillo Pellegrino[2]. Il Chronicon Cavense, a lungo considerato autentico e degno di nota, nel 1847 è stato definitivamente relegato dalla filologia nel novero delle opere spurie[5], dall'accurata esegesi di Georg Heinrich Pertz e Rudolf Köpke[2][6][7][8]. La fabbricazione del Chronicon Cavense è stata definita da Herbert Bloch come «la più audace falsificazione tra quelle compiute nel XVIII secolo»[2].
Cronaca d'Ubaldo
[modifica | modifica wikitesto]Un altro esempio notevole in tal senso è la cosiddetta Cronaca napoletana di Ubaldo (1751), smascherato solo nel 1855 dall'esegesi di Bartolommeo Capasso[7][8][9][10].
Le opere e i documenti apocrifi di Pratilli hanno avuto una notevole influenza sulla storiografia medievale successiva, con effetti negativi che studiosi come Nicola Acocella[11], Nicola Cilento[12] e Herbert Bloch[13] giudicano perduranti per tutto il periodo tra l'Ottocento e il Novecento. La gravità delle accuse nei confronti di Pratilli ha portato i citati Cilento e Bloch[13] ad affermare che la figura di Pratilli è quella «di un morto che non è morto abbastanza»[14].
Attività in campo epigrafico
[modifica | modifica wikitesto]In campo epigrafico, la sua attività falsificatrice incontrò tra i critici più feroci il famoso storico e archeologo Theodor Mommsen, il quale, nel Corpus Inscriptionum Latinarum[15], si espresse sul Pratilli con un giudizio tranchant: "Sequitur qui infestavit et maculavit cum universam regni Neapolitani epigraphiam tum maxime litteratorum lapidum thesaurum Campanum Franciscus Maria Pratillius canonicus Capuanus"[16][17].
Stante il giudizio negativo del Mommsen, nel Novecento sono state riconosciute come autentiche alcune iscrizioni epigrafiche latine riportate dal canonico capuano[18].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Della Via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi, libri IV, Napoli 1745.
- Lettera ... indirizzata al sig. Antonio Chiariti in Napoli sull'interpretazione di una moneta di Re Guglielmo II per soprannome il Buon Monarca delle Due Sicilie.
- Di una nuova moneta del tiranno Giovanni lettera ... al signor Giannantonio Sergio, 1747.
- Di una moneta singolare del tiranno Giovanni, Napoli 1748.
- Vita di Camillo Pellegrino De monasterio Theanensi (nel vol. I della Historia principum Longobardorum di Camillo Pellegrino, Napoli 1749).
- Cronaca di Ubaldo (nel vol. III della Historia principum Langobardorum, Napoli 1751).
- Chronicon Cavense (nel vol. IV della Historia principum Langobardorum, Napoli 1753).
- De' consolari della provincia della Campania: dissertazione ... indiritta al signor Teofilo Mauri avvocato napoletano, Napoli 1757.
- Della origine della metropolia ecclesiastica della chiesa di Capoa, dissertazione ..., Napoli 1758.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Francesco Maria Pratilli, in Camillo Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel regno di Napoli, 1844
- ^ a b c d Herbert Bloch, Monte Cassino in the Middle Ages, Vol. 1, Harvard University Press ISBN 978-0-674-58655-0 (p. 222)
- ^ Francesco Maria Pratilli, in Camillo Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel regno di Napoli, 1844
- ^ Gli Annales Cavenses, opera genuina della Badia di Cava de' Tirreni, che riguardano il periodo 569–1315. Sono pubblicati, ad esempio, in Monumenta Germaniae Historica, nel 1839, da Georg Heinrich Pertz.
- ^ In molti lavori, l'anno di pubblicazione dell'articolo Pertz e Köpke è erroneamente indicato come 1828, in evidente contraddizione con la data di nascita di Rudolf Köpke (n. 1813 – m. 1870). Nell'articolo di Nicola Cilento, la data è indicata correttamente in 1847
- ^ Georg Heinrich Pertz e Rudolf Köpke, Über das Chronicon Cavense und andere von Pratillo herausgegebene Quellenschriften, in "Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde", IX (1847), Hannover, pp. 1-239
- ^ a b Ernesto Pontieri, Tra i Normanni nell'Italia Meridionale, Morano editore, 1948, p. 35
- ^ a b Nicola Cilento, Il falsario della storia dei Longobardi meridionali: Francesco Maria Pratilli (1689-1763) in Italia meridionale longobarda, Riccardo Ricciardi editore, Milano-Napoli, 1971, 2ª ed., pp. 35-51
- ^ Bartolommeo Capasso, La Cronaca Napoletana di Ubaldo edita dal Pratilli nel 1751 ora stampata nuovamente e dimostrata una impostura del secolo scorso, Napoli, 1855
- ^ Nicola Acocella, La traslazione di san Matteo. Documenti e testimonianze, Salerno, 1954, p. 14
- ^ Nicola Acocella, La traslazione di san Matteo. Documenti e testimonianze, Salerno, 1954, p. 15
- ^ Nicola Cilento, Il falsario della storia dei Longobardi meridionali: Francesco Maria Pratilli (1689-1763) in Italia meridionale longobarda, Riccardo Ricciardi editore, Milano-Napoli, 1971, 2ª ed., pp. 35-37
- ^ a b Herbert Bloch, Monte Cassino in the Middle Ages, Vol. 1, Harvard University Press ISBN 978-0-674-58655-0 (p. 223)
- ^ Nicola Cilento, Il falsario della storia dei Longobardi meridionali: Francesco Maria Pratilli (1689-1763) in Italia meridionale longobarda, Riccardo Ricciardi editore, Milano-Napoli, 1971, 2ª ed., p. 47
- ^ Corpus Inscriptionum Latinarum, vol. X, p. 373
- ^ Segue colui che infestò e macchiò tutta l'epigrafia del Regno di Napoli e in particolare il tesoro letterario delle lapidi Campane, Francesco Maria Pratilli, canonico di Capua
- ^ Le lettere di Mommsen agli italiani
- ^ Raffaele Palmieri, Su alcune iscrizioni pratilliane, in Misc. Greca e Romana, 8 (1982) (Stud. Ist. It. Stor. Ant., 33), pp. 417-431 e Heikki Solin, Corpus inscriptionum Latinarum, vol. X, nota 120 a pag. 93
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Nicola Cilento, Il falsario della storia dei Longobardi meridionali: Francesco Maria Pratilli (1689-1763) in Italia meridionale longobarda, Riccardo Ricciardi editore, 2ª edizione, Milano-Napoli, 1971
- Antonio Soria, Memorie storico-critiche degli storici napoletani, Napoli 1781-1782, vol. II, pag. 502;
- Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Modena 1793, VIII, pag. 386.
- Ernesto Pontieri, Tra i Normanni nell'Italia Meridionale, Morano editore, 1948
- Bartolommeo Capasso, La Cronaca Napoletana di Ubaldo edita dal Pratilli nel 1751 ora stampata nuovamente e dimostrata una impostura del secolo scorso, Stabilimento dell'antologia legale, Napoli, 1855
- Nicola Acocella, La traslazione di san Matteo. Documenti e testimonianze, Salerno, 1954
- Herbert Bloch, Monte Cassino in the Middle Ages, Vol. 1, Harvard University Press, 1986 ISBN 978-0-674-58655-0
- Francesco Maria Pratilli, in Camillo Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel regno di Napoli, 1844
- Theodor Mommsen, Lettera del 10 settembre 1850 Archiviato il 14 marzo 2016 in Internet Archive. a Giovanni Battista de Rossi, da "Le Lettere di Theodor Mommsen agli Italiani"
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Francesco Maria Pratilli
- Wikiquote contiene citazioni di o su Francesco Maria Pratilli
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Francesco Maria Pratilli, in Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature, Harper.
- Maria Gabriella Mansi, PRATILLI, Francesco Maria, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 85, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016.
- Opere di Francesco Maria Pratilli, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Francesco Maria Pratilli, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 23280869 · ISNI (EN) 0000 0000 6123 3511 · SBN SBLV175678 · BAV 495/123442 · CERL cnp00916882 · GND (DE) 131770128 · BNE (ES) XX1742474 (data) · BNF (FR) cb106214588 (data) |
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