Spodumene
Spodumene | |
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Classificazione Strunz | 9.DA.30 |
Formula chimica | LiAlSi2O6 |
Proprietà cristallografiche | |
Sistema cristallino | monoclino[1][2][3] |
Classe di simmetria | prismatico[3] |
Gruppo puntuale | 2/m[3] |
Gruppo spaziale | C 2/c[3] |
Proprietà fisiche | |
Densità | 3,1C 2/c[3]-3,2[1][3] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 6-7[1], 6,5-7[3] |
Sfaldatura | perfetta[1][3] secondo {110}[3] |
Frattura | irregolare, subconcoide[3] |
Colore | biancastro[1]; incolore[1][3] o giallo[3][4] (varietà triphane); violaceo[1][4], o roseo-violaceo[2][3], o rosa[3][4], o rosso porpora[3][4] (varietà kunzite); verdiccio[1][2]; verde smeraldo (varietà hiddenite)[1][2][3][4]; bianco grigiastro[2][4]; verde grigiastro[2]; bianco[3]; grigio[3] |
Lucentezza | vitrea molto viva[5] |
Opacità | trasparemte[3] (solo per le gemme)[1], translucido[3] |
Striscio | bianco[3] |
Diffusione | comune[1] |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
Lo spodumene è un minerale appartenente al gruppo dei pirosseni[1], classe dei Silicati (inosilicato[1] a catena singola di litio e alluminio).
Significato del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome spodumene deriva dal participio passato greco s|podùmenos, che significa "ridotto in cenere", con allusione al color cinerino, grigio chiaro, tipico del minerale.[3][4]
Abito cristallino
[modifica | modifica wikitesto]Sistema cristallino monoclino. Si presenta in cristalli prismatici, spesso di notevoli dimensioni, allungati, appiattiti e mal terminati, con striature longitudinali. I cristalli hanno tonalità di colore grigio, bianco, verde, rosa e giallo, con una trasparenza dal traslucido al trasparente. Solitamente presenta geminazioni.[6]
Origine e giacitura
[modifica | modifica wikitesto]È un minerale tipico dei filoni pegmatitici, in particolare di quelli ricchi in litio, che non sono rari, ma nemmeno particolarmente frequenti. Giacimenti: Australia, Svezia, Stati Uniti, Brasile e Madagascar. Nelle miniere in Dakota del Sud sono stati trovati esemplari dalle dimensioni superiori alla decina di metri e dal peso di svariate tonnellate.[6]
Utilizzi
[modifica | modifica wikitesto]Viene impiegata in gioielleria come gemma[5][7]. Si usa per l'estrazione del Litio, per la produzione di lubrificanti, ceramiche, leghe ed altro. La varietà di spodumene di colore lillà-viola prende il nome di Kunzite, mentre la varietà con una tonalità di colore verde chiaro viene denominata Hiddenite.[6]
Proprietà chimico-fisiche
[modifica | modifica wikitesto]- Indici di rifrazione[1]:
- α: 1,65-1,66
- β: 1,67
- γ: 1,67-1,68
- Fonde facilmente, il litio impartisce alla fiamma una tinta rossa[2]
- Dispersione: debole[3][5]: 0,017[5]
- Massima dispersione: δ = 0.014 - 0.018[3]
- Pleocroismo:
- Peso molecolare: 186.69 gm[4]
- Indice di fermioni: 0,01[4]
- Indice di bosoni: 0,99[4]
- Fotoelettricità: 1,61 barn/elettrone[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n Carlo Maria Gramaccioli, Francesco Demartin e Matteo Boscardin, VIII. Silicati, in Come collezionare i minerali dalla A alla Z, vol. 3, Milano, Alberto Peruzzo editore, 1988, p. 728.
- ^ a b c d e f g E. Artini, Classe VI. Sali ossigenati, in I minerali, sesta edizione riveduta e ampliata, Milano, Ulrico Hoepli editore, 1981, p. 436, ISBN 88-203-1266-2.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Spodumene mineral information, su mindat.org. URL consultato il 22/04/2021.
- ^ a b c d e f g h i j k (EN) Spodumene mineral data, su webmineral.com. URL consultato il 22/04/2021.
- ^ a b c d e Mario Fontana, Gemmologia, in Come collezionare i minerali dalla A alla Z, Milano, Alberto Peruzzo editore, 1988, p. 816.
- ^ a b c Mineralogia, Cornelis Klein, Zanichelli (2004)
- ^ Speranza Cavenago-Bignami Moneta, spodumene, in Manuale di gemmologia, 3ª ed., Milano, Hoepli, 2017 [1982], pp. 113-114, ISBN 978-88-203-7912-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Spodumene
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) musmin.geo.uniroma1.it, https://web.archive.org/web/20160728094130/http://musmin.geo.uniroma1.it/ . URL consultato il 7 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2016).
- (EN) Webmin, su webmineral.com.